Chi siamo

Il Centro di Speleologia Sottomarina Apogon E.T.S con sede legale a Nardò (Lecce- Italy), è un’associazione culturale iscritta al Registro Unico Nazionale Terzo Settore, riconosciuta dalla Società Speleologica Italiana e costituita da speleonauti di lunghissima esperienza, provenienti da altre associazioni speleologiche di tutta Italia. I soci fondatori del sodalizio sono gli stessi speleosub che, a partire dal 1986, hanno esplorato, topografato ed accatastato la quasi totalità delle grotte sommerse attualmente conosciute nel Salento. Nel prestigioso curriculum di questi specialisti, si trovano, tra le altre, diverse spedizioni all’estero, l’esplorazione di sifoni nelle gelide grotte dei Monti Alburni (Salerno), immersione nelle principali risorgive del Veneto e dell’Italia centro-settentrionale, pubblicazioni di numerosi saggi tecnici e scientifici sulla speleologia subacquea, e la scoperta di un nuovo, e fino ad allora sconosciuto, ecositema sommerso nella Grotta Zinzulusa, a Castro (Lecce) (Campagna Zinzulusa Speleosub ’96 e ’97).

1996 Grotta Zinzulusa, il Cocito. Riconoscibili in foto: Prof. Lucio Pesce, Ninì Ciccarese, Raffaele Onorato, Giancarlo Calsolaro (di spalle). Foto Archivio Apogon
Grotta Zinzulusa (Castro LE Italy) La spugna troglobia Higginsia Ciccaresei. Foto Antonio Danieli 1996

Gli speleosub dell’Apogon sono qualificati con brevetti federali che vanno dal secondo livello a quello di istruttore nazionale e con brevetti speleosub riconosciuti dall’Unione Internazionale di Speleologia;
L’Apogon non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di utilità sociale, nel campo dello studio, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, della natura e dell’ambiente.
Il Centro di Speleologia Sottomarina Apogon prende la sua denominazione da un simpatico pesciolino rosso che vive e si riproduce nelle cavità sommerse: l’apogon imberbis. Il suo nome viene scritto con le lettere dell’antico alfabeto greco, in riferimento alle origini culturali della Terra d’Otranto, che affondano le radici nella Magna Grecia. L’alfa iniziale è un apogon stilizzato, ed il grande occhio nero del pesciolino simboleggia anche l’ingresso di una buia cavità e l’oscurità delle profondità abissali.
L’Apogon ha collaborato ad importanti ricerche biospeleologiche condotte in collaborazione con l’Università de l’Aquila, l’Università di Urbino e con la Stazione di Biologia Marina del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (Di.S.Te.B.A.) dell’Università del Salento per lo studio sistematico di alcune cavità sommerse del Salento, ed in particolare:
• le grotte del Capo di S. Maria di Leuca;
• la grotta de La Zinzulusa (a Castro), che, grazie alle scoperte effettuate dall’Apogon, è stata inserita tra le prime 10 cavità sommerse più importanti al mondo per le peculiarità biologiche;
• le grotte di Otranto, tra le quali particolare rilevanza ha la grotta del Lu Lampiune, universalmente nota per le sue plurimillenarie stalattiti organogene (Trays Biogeniche);
• la Palude del Capitano (a Nardò).
Numerose, infine, sono le denunce e le iniziative dell’Apogon per la difesa e la tutela dei fenomeni carsici sommersi ed emersi.
Nel maggio del 2021, gli speleosub di Apogon, sotto la direzione scientifica del prof. Mario Parise, (Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università Aldo Moro di Bari), e con la collaborazione dell’ing. Massimo Esposito (titolare della U-Series, ditta specializzata nel rilevamento di Radon, che ha fornito gratuitamente i sensori), Sergio Orsini (cineoperatore, speleosub e presidente della Società Speleologica Italiana), hanno messo a punto una stazione di monitoraggio galleggiante al fine di misurare una eventuale presenza di Radon nelle zone emerse della Grotta Sottomarina delle Corvine (Uluzzo – Nardò), caratterizzate, queste ultime, da un particolare fenomeno definito “effetto nebbia”. L’esperimento è perfettamente riuscito e studiosi e speleosub hanno potuto dimostrare la presenza di Radon nella grotta sottomarina e lo hanno quantificato, oltre a verificarne le concentrazioni lungo l’intera altezza della sala. L’ambiente emerso, oggetto della ricerca, è stato intitolato allo speleologo prof. Giovanni Badino, primo ad intuire l’esistenza di particelle radioattive in sospensione nell’atmosfera delle zone post sifone della cavità

Attualmente Apogon collabora al dottorato “Earth Processes and Management of Resources and Risks for a Resilient Society and Territory”, che vede coinvolte le Università di Bari, Trieste e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che ha come oggetto di studio la Zona Speciale di Conservazione “Palude del Capitano” a Nardò (Lecce – Italy).